La nostra Attila - Mascotte del sito  !!!!

Filippo II°

Il nostro Percy - Pupillo del sito !!!!

La dinastia prosegue!


In fattoria ero sempre circondata da mici di ogni età, ma a Milano...... solo micioni... selvatici.... che è difficile prendere, ma un giorno.....una telefonata!

"Barbara, vieni in fretta, nel solaio c'è una micia che ha partorito!" Era la zia Teresa, che sapeva della mia passione per i gatti. Abitava a 200 metri da casa mia, sempre in una casa di ringhiera. La porta del solaio era antica come la casa, fatta di travi di legno. Non so come facesse a restare in piedi, perchè delle travi iniziali ne erano rimaste ben poche. Comunque era un blocco per gli umani, ma non certo per i gatti. Zia Teresa andando in solaio aveva visto la micia che si era liberata del pacione che aveva qualche giorno prima, perciò aveva incominciato a cercare i mici, ma niente da fare. Anche le mie ricerche non avevano dato buon esito, ma io avevo un asso nella manica: MIA MADRE! Lei sapeva imitare alla perfezione il verso che fa mamma gatta per chiamare i piccoli. E' un miagolio sommesso, che si sente appena, ma i micetti UBBIDISCONO.Così abbiamo aspettato il tempo necessario che crescessero un po' e poi mia madre è entrata in azione.

Siamo andate in solaio munite di unoscodella di latte, l'abbiamo messo in un punto dove c'era un po' di luce , ci siamo nascoste nelle vicinanze ed abbiamo aspettato senza fare rumori. Ed ecco che arriva mamma gatta. Fa due passi e si ferma, annusa l'aria, guarda in sù, in giù (dai un bacio a chi vuoi tu...ha..ha..) e poi avanza di nuovo. Fino a quando arriva alla scodella. Ma dei piccoli neppure l'ombra! Allora mia madre ha iniziato con il richiamo. La gatta ha smesso subito di bere il latte, ha alzato la testa, ha ascoltato.....poi dopo essersi resa conto che non era un pericolo ha ricominicato a bere il latte. Ma ecco degli scricchiolii, poi silenzio, poi ancora scricchiolii.... Mia madre continuava con il richiamo e finalmente ecco 4 bei cuccioletti con la coda diritta arrivare trotterellando, anche se un po' traballanti, in fila indiana. Una volta raggiunta la scodella ed il raggio di luce, mia madre è ammutolita e così siamo rimaste in silenzio a guardare la piccola famiglia riunita. Erano tutti come la madre, tigrati con macchie bianche qua e là.

I giorni seguenti appena finiti i compiti andavo subito da mia zia ed in solaio, sempre munita della scodella di latte. Ormai i richiami di mia madre non erano più necessari. Si erano abituati a me ed appena depositavo la scodella e mi mettevo seduta per terra tranquilla a qualche metro di distanza, loro arrivavano. Le prime volte c'era sempre la madre che apriva la fila, ma poi col tempo i piccoli erano più veloci. Che carini! Appena finito di leccare il latte si mettevano a giocare tra di loro oppure con la coda della madre. Avrei potuto restare a guardarli per ore, ma poi se ne andavano....peccato!

Col tempo sono diventati sempre più coraggiosi, se stavo ferma, si avvicinavano, mi annusavano, giocavano con le stringhe delle mie scarpe, ma se allungavo anche solo la mano per cercare di accarezzarli....ZAC....sparivano ... e fino al giorno dopo non li rivedevo. Ma un giorno UNO di loro NON E' SCAPPATO! Si è fatto accarezzare sulla testolina e poi sul pancino.....come era morbido? Sono riuscita anche a prenderlo ed a coccolarlo. Che batuffolino!

Alla sera ero tutta agitata ed ho raccontato tutto a mio padre, che si è dimostrato alquanto preoccupato: "Male, molto male! Quel micetto non è più selvatico! Ermai non ha più paura degli umani e così è in pericolo. Se si fa prendere dalle solite che vogliono eliminarli? Vai a prenderlo!"
"WAW!!!!"
Il giorno dopo all'uscita della scuola non sono neppure andata a casa, ma sono subito passata da mia zia. Le ho raccontato tutto, così lei mi ha preparato una scatola con degli stracci ed io sono andata in solaio. Non sapevo se essere felice o triste. Ero felice perchè mio padre finalmente mi aveva dato il permesso di tenere un micio, ma non sapevo se per il micio sarebbe stata la soluzione più felice, ma l'idea che magari potessero prenderlo per ucciderlo...brrrr.

"Eccoti qua, Filippo, saluta la mamma ed i tuoi fratelli ...ti trasferisci!"
Ero talmente abituata a chiamare il nostro micione selvatico Filippo, che mi era venuto naturale chiamare anche lui Filippo....e così è rimasto. Ha proseguito la dinastia: FILIPPO 2° !!!

Filippo è diventato un vero micio di casa. Nella bella stagione le porte delle case ringhiera rimanevano sempre aperte, ma lui non è mai andato oltre la soglie. Si fermava, si sedeva, guardava, se passava qualcuno si faceva accarezzare, ma la vita selvatica del cortile, delle cantine e dei tetti non lo interessava. Stava bene a casa. Ma nonostante tutto era un ottimo cacciatore! La macchina da cucire di mia madre era sotto la finestra dove per tutto il giorno batteva il sole, così quando mia madre non cuciva, lui ne prendeva possesso. Abitavamo al quarto piano e sopra alla finestra c'era il tetto....con tanti uccellini! Spesso si fermavano sul nostro davanzale oppure svolazzavano come se volessero prendere in giro il nostro micio. Ma avevano fatto male i conti! Filippo sembrava una statua, immerso nei suoi pensieri, fissava il vuoto, ma poi.....UNO SCATTO ..... e l'uccellino era tra le sue fauci. A volte li prendeva in volo con una zampata ed io pensavo che prima o poi sarebbe caduto ...dal quarto piano! Comunque nonostante la nostra buona volontà non siamo mai riusciti a salvare quei poveri uccellini. Filippo spariva letteralmente con la sua preda, che trovavamo magari il giorno dopo in brutte condizioni.

Visto che era un gatto di casa non poteva certo fare i bisogni nella nuda terra....lui era raffinato. Il gabinetto era fuori, perciò di notte tutti usavano il classico "VASO DA NOTTE"....anche lui! Fin quando era piccolo ci stava dentro comodamente, ma poi sono nati i problemi: NON CI STAVA PIU', così metteva le zampine anteriori sul bordo del vaso..... ma quando doveva SPINGERE, faceva forza ....il vaso incominciava a dondolare e poi si rovesciava.... poverino! Ma da adulto le cose si sono di nuovo messe a posto. Infatti come vedrete dalla foto è riuscito a risolvere egregiamente il problema.

Un estate siamo stati invitati a passare un periodo di Svizzera. Filippo doveva venire con noi, ma non sapevamo neppure che esistevano le gabbiette apposite, così mia madre l'ha messo in una borsa della spesa con la chiusura a cerniera lampo. Il viaggio in treno è durato solo un ora e Filippo è stato abbastanza tranquillo, anche perchè mia madre aveva aperto un pochino la borsa . Lui era uscito con la testa e si faceva accarezzare. Quando è venuto il controllore ha chiuso la borsa così non l'ha notato, ma alla frontiera le cose erano un pochino più complicate. Il doganiere ha chiesto gentilmente a mia madre cosa contenesse la borsa, e lei con la massima naturalezza ha risposto: "Un gatto!" Lui l'ha guardata con una faccia incredula e con voce di comando: "Apra!" . Mia madre ha aperto solo uno spiraglio, il doganiere si è avvicinato e per poco non perdeva un occhio, perchè come una furia Filippo ha fatto uscire dallo spiraglio la sua zampa con le unghie pronte all'attacco ! Meno male che il doganiere l'ha presa sul ridere..... "OK, potete andare!"


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